Piccione pasquale… ma che cosa vuol dire?

Questo sarà un articolo diverso dal solito. Ci sarà la ricetta della torta Piccione Pasquale (tra poco ti racconto di cosa si tratta) e troverai anche la nostra storia ispirata alla Via Crucis ma con protagonisti insoliti.

Potrai sia leggere l’articolo che ascoltarlo in formato audio.

La storia è pubblicata in 3 volte:

1° parte: Piccione Pasquale nell’orto del Getsemani (in questo articolo)

2° parte: Maiale sale al Monte Calvario

3° parte: Ecco l’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo

Buona lettura/ascolto!

LA VIA CRUCIS DEGLI ANIMALI

I STAZIONE: GESÙ È CONDANNATO A MORTE

piccione pasquale colomba vegan

C’era una volta, nell’orto del Getsemani, una picciona di nome Chère Amie.

Si era fermata un momento a prender fiato, dopo un lunghissimo volo tra aerei da guerra e bombe.

Un piccione in guerra? E con un nome? Ma cosa stai dicendo Tiziana!

Viaggiava insieme ad altri due compagni che d’improvviso erano spariti dietro di lei, colpiti dalle mitragliatrici.

La nostra Chère Amie era stata colpita al petto e ad un occhio e aveva una zampa penzolante. Ma aveva una missione da compiere: tornare al suo nido.

Gli uomini che l’avevano addestrata pensavano che davvero a lei importasse consegnare messaggi di guerra, ma lei non se ne curava per niente. La lontananza da casa le pesava talmente tanto che niente e nessuno avrebbe potuto fermarla sulla via del ritorno.

Mentre si abbeverava tra gli ulivi si ripeteva tra sé e sé: “Ho l’impressione che in questo orto sia successo qualcosa di importante, ma non ricordo cosa… chissà se un giorno si ricorderanno di me allo stesso modo… a volte ho l’impressione che noi piccioni provochiamo solo disgusto!”.

Chère Amie guardò l’orizzonte: il sole sembrava non voler sorgere su questa terra che pareva solcata unicamente da odio e da guerre.

Chissà perché gli esseri umani si uccidono tra loro in questo modo… capirei se avessero fame come il leone con la gazzella, ma qui è proprio cattiveria”, sentenziò picciona. “Ma non li capiremo mai, manco si capiscono tra loro, figurati se possiamo farlo noi. Ma veniamo a me, ora vi racconto la mia storia”.

“Sapete quanti chilometri e chilometri ho viaggiato nei cieli? Tantissimi. Mi chiamano piccione viaggiatore, infatti. Ma questo da tempo immemore. Inviare messaggi attaccando un cestino al mio corpo è una pratica che sembra sia nata in un’area dell’attuale Siria e lì diffusa in Egitto, India e fino in Cina. Nel mondo greco-romano i colombi o piccioni erano usati sia in tempo di guerra sia per mandare avvisi commerciali. Il mio sfruttamento continuò fin nel Medioevo, soprattutto in Oriente dove la posta era regolarmente inoltrata a mezzo di colombi.

La mia storia moderna, invece, inizia nel 1572, da Harlem in Olanda, durante l’assedio delle truppe spagnole, e da lì si diffuse in Inghilterra e in Francia.

piccione pasquale colomba vegan 2Ma sapete come facevano a farmi fare da viaggiatore e postino? Io sono un animale monogamo e ho molto sviluppato il senso di proprietà del nido e dell’allevamento della prole (mica come certi umani…). Per addestrarmi a rientrare al nido da distanze notevoli sfruttavano la mia vedovanza: ovvero, non vedevo l’ora di raggiungere al più presto la mia compagna o compagno.

Anche perché faccio veloce: viaggio sui 100 km/h anche per lunghi tratti – anche se poi il nemico addestrava i falchi come contromisura per mangiarmi… insomma, era un lavoro davvero pericoloso! E poi c’erano altri nemici che dovevamo combattere, come i temporali, la nebbia, il vento e la solitudine: eravamo soli nei cieli e senza la protezione del nostro stormo che, con le sue evoluzioni in volo, confonde i predatori quando si lanciano in picchiata.

Mi usavano anche per mandare messaggi soprattutto nelle reti spionistiche in tutta l’Inghilterra. Trovavate piccionaie ovunque dove mi facevano stare in attesa di partire. Ma se ci scoprivano… erano dolori! Venivamo catturati e imprigionati (come quando ai nostri amici piccioni tedeschi impedirono di volare in Germania dall’Inghilterra, durante la Prima guerra mondiale. Addirittura, li fecero sfilare con altri commilitoni per le vie inglesi e americane nel corteo come prede di guerra al seguito del vincitore. Ma, onestamente, che ne sapevamo noi della guerra? Noi volevamo solo tornare a casa dai nostri mariti e mogli).

Pensate che a Lille, in Francia, dopo la guerra venne eretto un monumento che commemora la morte di oltre 20.000 piccioni. Io fui l’unica sopravvissuta. Aiutai a salvare i membri di un battaglione statunitense della 77° Divisione nel corso della battaglia delle Argonne nell’ottobre 1918. L’unità era rimasta intrappolata e disponeva solo di tre piccioni: i miei due amici furono uccisi dai tedeschi, io riuscii a partire verso le linee americane, a raggiungere il quartier generale e a consegnare il messaggio. Fui considerata eroe di guerra. Sai che consolazione.

Nella Seconda Guerra Mondiale 200.000 piccioni furono assoldati solo in Inghilterra e 54.000 negli Stati Uniti. E anche in Germania, anche perché Himmler era un appassionato colombofilo e costrinse la Gestapo a creare una fitta rete di comunicazioni usando noi piccioni. Durante lo sbarco in Normandia furono inviati addirittura 7.000 colombi al seguito dei paracadutisti lanciati oltre le linee nemiche e costretti al silenzio radio. Il primo a riportare un messaggio in patria fu il mio amico Gustav, che si guadagnò una decorazione, mentre Paddy traversò la manica in sole 4 ore.

E ora? Cosa rimane di noi? Non serviamo più per le loro stupide guerre e quindi cercano di cacciarci dalle città in tutti i modi possibili. Dicono che il nostro verso è insopportabile, che lasciamo i nostri escrementi ovunque (cioè, per noi un’inutile statua di un cavallo e un utile albero sono la stessa cosa!), dicono che mangiamo di tutto, che siamo sporchi, che siamo degli invasori perché mettiamo al mondo troppi figli…

Ma sapete qual è l’unica vera invasione su questo pianeta? Quella di homo sapiens sapiens. Ragazzi, sono ovunque! Stanno facendo razzia di tutte le riserve naturali di questo pianeta, inquinano, sporcano, si uccidono tra loro, non sanno vivere in armonia con gli altri animali, sono altamente invasivi di ogni habitat esistente – a breve probabilmente dovranno portare la loro spazzatura anche su Marte… ma si ostinano a prendersela con noi animali. Dove sono gli spazi per noi? Perché dobbiamo continuare a vivere nella loro spazzatura? Sono loro i veri invasori!”.

Tra gli ulivi si udiva solo l’eco di spari, bombe e soldati. La storia è un continuo ripetersi. Di quanti cristi avremo bisogno prima di capire che la violenza genera solo violenza e che stiamo distruggendo il mondo?

Picciona riprese il volo e, mentre volava, vide da lontano un maiale che, uscito dal tribunale, a fatica arrancava lungo la via che saliva al Monte Calvario… ma questa è un’altra storia e te la racconterò la prossima settimana. Troverai il seguito qui sotto…

[… continua con la parte 2, clicca qui]

PICCIONE PASQUALE: UN NOME, UN PROGRAMMA

Ma perché abbiamo chiamato questa torta Piccione Pasquale?

E il panettone non puoi chiamarlo panettone se è vegano. E il pandoro non puoi chiamarlo pandoro se è vegano. E la colomba non puoi chiamarla colomba se è vegana.

piccione pasquale colomba vegan 3

Allora abbiamo deciso di cambiare nome alla colomba e chiamarla piccione! Sempre la stessa famiglia è!

Scherzi a parte, questo è un nostro tributo a uno degli uccelli più odiati al mondo, il piccione.

Attenzione, questa non è una colomba nel senso di grande lievitato. Si tratta di una torta preparata nello stampo della colomba per chi proprio non ha maestria con i grandi lievitati.

La prepari in 10 minuti circa, non serve l’impastatrice, non hai bisogno di camere di lievitazione, non hai bisogno di farine speciali, non hai bisogno di competenze da grandi lievitati per preparare la torta piccione pasquale.

DIFFERENZE TRA PICCIONE E COLOMBA, GRANDE LIEVITATO

La Colomba è un grande lievitato e, come tutti i grandi lievitati, ha delle caratteristiche particolari:

  • si usano farine tecniche (tipo manitoba e similari) per poter incordare l’impasto e creare maglia glutinica;
  • ha una struttura alveolata;
  • è ricca di parte grassa nell’impasto;
  • il grasso e lo zucchero aiutano il prodotto a non deperire facilmente;
  • hai bisogno di tempistiche di lievitazione e di controllare le temperature;
  • usi il lievito di birra o madre (sia secco che fresco) e non il lievito istantaneo (questo è perfetto per le torte e i muffin e i dolci simili);
  • dà una sensazione di leggerezza quando hai in mano una fetta, anche se non è come mangiare il pane.

Quello che vediamo oggi è una preparazione semplice che non ha bisogno di competenze per poterlo realizzare e per questo nasce Piccione Pasquale. Ricordati una cosa importante: non ha le stesse caratteristiche della colomba, per questo si chiama piccione ? ma soprattutto non ha la durata della colomba, è un dolce veloce che fai in giornata e rimane morbido al massimo uno o due giorni, proprio come una torta.

PICCIONE PASQUALE: INGREDIENTI

piccione pasquale colomba vegan

Stampo colomba da 300 g

180 g farina tipo 0
28 g zucchero
126 g latte di soia o mandorle
6 g VeggFast rosso + 13 g acqua + 5 g olio girasole deodorato
6 gocce aroma arancio
1/3 scorza di limone
10 g lievito per dolci
25 g mandorle o gocce cioccolato
1 g sale
30 g margarina al 70%

Per la glassa

15 g farina mandorle
15 g zucchero
8 g acqua
4 g amido di mais

(trovi la versione della glassa professionale vegan nel corso dedicato alla Colomba)

Qui trovi i dettagli sul prodotto VeggFast, sostituto delle uova.

CORSI DI CUCINA DEDICATI ALLA PASQUA

Ti lascio qui di seguito i corsi di cucina della nostra scuola dedicati al periodo pasquale. Saranno in offerta fino al 31/03/2023. Cliccando sui link qui sotto troverai tutti i dettagli dei corsi (prenditi qualche minuto per leggerli e capire se il corso fa per te).

COLOMBA ARTIGIANALE VEGAN

QUATTRO PORTATE PASQUA – VOL. 4

OVETTI DI CIOCCOLATO VEGAN

CONCLUSIONI

Ti do appuntamento alla prossima settimana con la seconda parte delle Storie della Via Crucis con altri protagonisti.

Se vuoi approfondire le tematiche che ho trattato nelle storie, clicca qui per vedere i libri da cui ho tratto le informazioni sugli animali protagonisti della nostra Via Crucis:

Giorgio Bergamino e Gianni Palitta, Animali in Guerra. Sui campi di battaglia, al servizio degli eserciti. Cavalli, cani, elefanti e molti altri animali, Genova, Altergraf, 2021

Grazie per avermi letto fin qui! Se vuoi puoi condividere l’articolo con le persone che sono interessante a questo argomento!

Ti aspettiamo in aula virtuale!

Tiziana Caretti